Ischia colpita ancora da frane. Ecco perché viene chiamata l'”isola fragile”
Il 26 novembre l’isola di Ischia è stata colpita ancora una volta da una serie di frane, portando con sè un fiume di fango e detriti che ha invaso Casamicciola. Secondo le conferme ufficiali, sono dieci gli edifici crollati e in questi momenti vi è una corsa contro il tempo per salvare i dispersi.
L’isola non è nuova a queste tragedie. Questo paradiso cosiddetto “fragile” si trova in una zona ad alto rischio sismico. Proprio per questo, l’isola è stata colpita da quattro tragedie negli ultimi sedici anni, ma il problema è noto da oltre cento anni. Risale infatto al 1910 il primo allarme: all’epoca una frana devastò Casamicciola dopo giorni di pioggia.
Negli ultimi anni Ischia è stata più di una volta protagonista di frane e terremoti. Il 30 aprile 2006 la sciagura nella frazione Pilastri: una colata di fango colpì un’abitazione, causando la morte di quattro persone. Poi, tre anni più tardi, un’altra frana, questa volta a Casamicciola: vittima la quindicenne Anna De Felice, in auto con la madre e il padre mentre raggiungeva la scuola. Poi, sempre a Casamicciola, la catastrofe del 21 agosto del 2017: un terremotò provocò il crollo di tre case. Bilancio di due morti, quarantadue feriti e oltre due mila sfollati. Precedenti allarmanti, con i consueti dibattiti sull’abusivismo edilizio e sulla necessità di intervenire.
Ma perchè quest’isola è così “maledetta”? Si è acceso un forte dibattito politico e scientifico in merito a questa serie di disastri. Il climatologo Massimiliano Fazzini, referente del team rischio climatico della Società italiana di geologia ambientale (Sigea) ha preso una posizione molto forte. Interpellato dall’Adnkronos, l’esperto ha spiegato che nell’isola si è costruito troppo, soprattutto in aree dove non si doveva farlo: “Queste sono zone più volte interessate negli ultimi cento anni da colate di detriti e fango, nonostante l’evidenza di pericolosità ambientale si è continuato a fabbricare su aree a rischio rendendole così particolamente vulnerabili. E oggi ne abbiamo avuto l’esempio lampante. È da luglio che parliamo di combinazioni drammatiche, è arrivato il momento di prendere coscienza che l’ambiente fisico non è più resiliente“.
In particolare, l’abusivismo edilizio ha portato a problematiche gravi. Una di queste è la pressione antropica, ovvero un insieme di eventi di trasformazione dell’ambiente naturale causata dall’uomo, portando conseguenze negative per l’ambiente stesso.