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Nuove Norme Europee: Caldaie a Gas Consentite fino al 2040 secondo la Direttiva sulle Case Green

È stato raggiunto un accordo cruciale in ambito ambientale nell’Unione europea, che ora si impegna a promuovere la sostenibilità attraverso edifici sempre più ecologici. Il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione europea hanno firmato ieri l’accordo sulla revisione della direttiva sull’efficienza energetica degli edifici (EPBD – Energy Performance of Buildings Directive), stabilendo nuove norme e parametri sia per le costruzioni esistenti che per quelle nuove.

Ecco il link diretto al sito della Commissione Eurpea: https://energy.ec.europa.eu/topics/energy-efficiency/energy-efficient-buildings/energy-performance-buildings-directive_en

L’obiettivo principale è ridurre i consumi energetici e ottenere un parco immobiliare con emissioni zero entro il 2050. È importante sottolineare che, secondo gli studi, gli edifici attualmente rappresentano il 40% del consumo energetico e il 36% delle emissioni dirette e indirette di gas serra legate all’energia nell’Unione europea. Di questa energia, circa l’80% è destinata solo al riscaldamento, raffreddamento e acqua calda nelle abitazioni.

Tuttavia, la revisione della direttiva ha mitigato alcune delle restrizioni, alleviando le preoccupazioni dell’Italia, che possiede numerosi edifici datati, molti dei quali ancora classificati come “G”, la categoria più inquinante. Si sono prolungati i tempi e le scadenze, e sono stati rivisti diversi obblighi, tra cui quello relativo all’eliminazione delle caldaie a gas.

I punti dell’accordo

Come noto, durante il trilogo erano in discussione alcuni punti critici, poiché la questione era oggetto di un acceso dibattito in Paesi come l’Italia e la Germania. Alcuni aspetti, emersi durante un prolungato incontro negoziale svoltosi nella notte tra il 12 e il 13 ottobre scorsi, sono stati inevitabilmente esclusi dall’accordo.

Stop alle caldaie a gas dal 2040

Il tema della cessazione dell’uso dei combustibili fossili è risultato essere uno degli aspetti più rilevanti della direttiva. Con il recente accordo, si è deciso di posticipare al 2040 (rispetto al precedente termine del 2035) il divieto totale delle caldaie alimentate a gas, tuttavia mantenendo il sostegno per le soluzioni ibride. È importante notare che a partire dal 2025 saranno eliminati tutti gli incentivi per le caldaie autonome.

Edifici a emissioni zero

Gli edifici residenziali con le emissioni più elevate dovranno ridurre il consumo medio di energia primaria del 16% entro il 2030, e questa percentuale dovrà salire al 20-22% entro il 2035. Per gli edifici non residenziali, il limite di riduzione è del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033. Un cambiamento significativo è rappresentato dall’eliminazione dei parametri delle classi energetiche legate a ciascun singolo edificio. In alternativa, si favoriranno medie di riferimento che ogni Stato membro potrà definire in base al proprio patrimonio edilizio, al proprio sistema nazionale di classi energetiche e alla propria traiettoria nazionale di ristrutturazione.

Il 55% della riduzione energetica dovrà derivare dalla ristrutturazione degli edifici con le performance energetiche più scadenti. A partire dal 2030, tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti con emissioni zero, mentre per gli edifici pubblici, l’obbligo entrerà in vigore dal 2028. Queste misure mirano a promuovere una transizione verso un parco immobiliare più sostenibile e a stimolare gli sforzi per raggiungere gli obiettivi di emissioni zero nell’Unione europea.

Pannelli solari

Un ulteriore aggiustamento riguarda l’obbligo di installare pannelli solari su tutti gli edifici, una questione che aveva suscitato notevoli discussioni. L’accordo finale, però, modifica questa disposizione introducendo l’obbligo di installare impianti di energia solare solo per i nuovi edifici, gli edifici pubblici e quelli non residenziali di dimensioni significative. Le abitazioni rimangono escluse da questa norma. È importante notare che l’accordo è ancora in fase provvisoria e richiede l’approvazione e l’adozione formale da parte del Parlamento e del Consiglio.

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