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Trovato il vaccino universale per l’influenza?

NASHVILLE – E se invece di mettersi in fila per una vaccinazione antinfluenzale ogni autunno, le persone potessero ricevere un vaccino che protegge da tutti i ceppi durando molti anni, se non per la vita? Potrebbe risparmiare quantità incalcolabili di sofferenza e persino eliminare terrificanti pandemie. Gli scienziati hanno impiegato decenni a cercare di inventare un vaccino antinfluenzale “universale” e, a volte, sembrano aver fatto progressi solidi. Ma rimane un “sogno da alchimista”, come un virologo ha dichiarato il mese scorso in un incontro sul tema organizzato dallo Human Vaccines Project, un’organizzazione senza scopo di lucro con sede a New York.

Un’azione di finanziamento ha potenziato la ricerca: 160 milioni di dollari il prossimo anno dall’Istituto Nazionale di Malattie Infettive e Allergie (NIAID) a Bethesda, nel Maryland, rispetto ai 60 milioni di due anni fa. Ma lo sforzo è un esercizio di umiltà, poichè non sembra esserci traccia di avanzamenti. “Ogni anno impariamo che sappiamo sempre meno su questo virus”, afferma Martin Friede, un biochimico che coordina l’iniziativa per la ricerca sui vaccini presso l’Organizzazione mondiale della sanità a Ginevra, in Svizzera.

Ogni anno i vaccinatori preparano un nuovo preparato che contiene versioni innocue di ceppi di influenza in circolazione l’anno precedente. Questi vaccini stagionali hanno un’efficacia mediocre dal 20% al 60%, in parte perché il vaccino ha spesso una scarsa corrispondenza per la popolazione virale effettivamente contratta.

In teoria, un vaccino universale contro l’influenza funzionerebbe se contenesse parti del virus che sono rimaste inalterate di anno in anno, i cosiddetti epitopi conservati che rendono il patogeno meno vitale se cambiano. Ma nessuno ha ancora trovato i pezzi virali in grado di stimolare una risposta immunitaria che ferma la maggior parte dei virus influenzali che affliggono gli esseri umani.

Alcuni studiosi descrivono in che modo sofisticati programmi informatici possono aiutare a guidare la progettazione del vaccino. Ted Ross dell’Università di Georgia ad Atene ha spiegato come il suo gruppo analizza il DNA che codifica le sequenze conservate, che possono poi essere combinate in un vaccino universale. Il laboratorio di Crowe utilizza invece una tecnica di supercalcolo che prevede strutture tridimensionali da aminoacidi, analizzando la forma di miliardi di anticorpi e selezionare quelli calcolati per avere la più ampia portata.

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